Gennaio 15, 2025

Esclusiva – Gigi Cavone: Kvaratskhelia come Osimhen? Il gruppo resta al centro del progetto

Nel corso della diretta tv ” Casa Serie A “, prodotto da Casa Napoli e condotto da Max Viggiani, è intervenuto Gigi Cavone, Capo Redattore Rai Sport.

VAR e arbitri, secondo te il calcio romantico rimpiange i vecchi errori arbitrali che, in qualche modo, bilanciavano le partite e alimentavano le polemiche?

“Guarda, il discorso sul VAR è interessante e complesso. Personalmente, credo che le innovazioni non debbano spaventare, ma essere accolte con uno spirito positivo. Certo, a volte fa rabbia quando ci si ritrova a discutere per una decisione presa o non presa dal VAR, perché ci aspetteremmo che tutto fosse più chiaro e oggettivo. Penso, ad esempio, alle situazioni di fuorigioco o alla Goal-Line Technology, dove ormai siamo arrivati a un punto di quasi totale certezza, anche se magari un millimetro di differenza può non piacere.  Però, su altri aspetti, ci sono ancora delle aree grigie: decisioni che gridano vendetta, situazioni in cui il VAR non interviene, e l’impressione è che si possa fare meglio. E poi c’è il lato nostalgico, perché gli errori arbitrali, nel calcio di una volta, facevano parte del gioco e alimentavano discussioni. Forse non era perfetto, ma aveva il suo fascino. È inevitabile chiedersi: il VAR è davvero la moviola in campo che sognava Aldo Biscardi? Forse ci siamo vicini, ma manca ancora qualcosa. Chissà, magari il VAR a chiamata di cui si parla potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti.

In ogni caso, riconosco che molte decisioni oggi sono chiarite bene dal VAR, evitando errori clamorosi che in passato avrebbero fatto discutere per settimane. È un grande passo avanti, ma credo ci sia ancora spazio per migliorare.”

Situazione Kvaratskhelia, come vedi questa vicenda da Roma? Potrebbe essere un ‘Osimhen 2’, con De Laurentiis che, nonostante l’eventuale fastidio, potrebbe guardare positivamente agli introiti? Qual è il tuo parere professionale, considerando la tua esperienza nel calcio?”

“E’ evidente che qualcosa si sia incrinato. Ripensando anche al passato, vedo un parallelismo con Antonio Conte. Conte non ha mai costruito una squadra attorno alla “stella” principale, ma ha sempre messo al centro del progetto il gruppo. Lo abbiamo visto nel 2016, quando con la Nazionale ci ha fatto sognare agli Europei pur avendo a disposizione una rosa composta da giocatori come Parolo, Giaccherini, e Pellè. Anche all’Inter, quando arrivò, la prima cosa che fece fu lasciar partire Icardi per puntare su Lukaku.

Con Kvaratskhelia, la situazione sembra simile. Certamente il rapporto tra lui, la società e la piazza si è evoluto, o forse involuto, rispetto ai tempi dello scudetto. Due anni fa, Kvaratskhelia e Osimhen erano i simboli di quel Napoli vincente. Oggi, però, se un giocatore di quel livello entra nello spogliatoio e vede compagni meno decisivi di lui che guadagnano quanto o più di lui, è naturale che si faccia due conti.Parliamo di cifre importanti: mentre Kvaratskhelia guadagna circa 1,5 milioni di euro all’anno, altri giocatori, come Vlahovic, arrivano a percepire 11 milioni.

Questo genere di disparità economica pesa nelle valutazioni dei calciatori ed è giusto che sia così. Se a questo aggiungiamo una gestione societaria non impeccabile e il fatto che tecnicamente non sia più al centro del progetto, la somma è semplice da fare.Credo che Antonio Conte, pur dispiaciuto per la perdita di un talento come Kvaratskhelia, non si lascerà condizionare più di tanto. Per il suo modo di lavorare, è sempre stato il gruppo, e non il singolo, il vero protagonista. Questa filosofia lo aiuterà a gestire al meglio anche questa situazione.”